«Farhad possiede quel genere di dignità che forse è di tutto il suo popolo, a cui noi non siamo più abituati; dignità di persone che forse hanno paura anche di un lieve dolore, eppure affrontano una guerra che sembra non finire mai».
Domenico Quirico
L'ultimo lenzuolo bianco - L'inferno e il cuore dell'Afghanistan" è il libro autobiografico di Farhad Bitani, edito da Neri Pozza, 2020. Disponibile dall'8 ottobre in tutte le librerie."
«Sono tante, forse troppe, le cose che ho visto nei miei primi trentatré anni di vita. Adesso le racconto. Ho lasciato le armi per impugnare la penna. Traccio i fatti senza addolcirli, senza velarli. Dopo aver vissuto l’infanzia, l’adolescenza e la prima giovinezza nell’ipocrisia, ho un tremendo bisogno di verità».
Inizia
così la sconvolgente testimonianza di Farhad Bitani, ex capitano dell’esercito,
un giovane uomo che ha attraversato da osservatore
privilegiato la storia dell’Afghanistan: dal governo dei mujaheddin ai talebani fino alla velata
democrazia attuale, che vive sotto l’ombrello occidentale.
Farhad nasce a Kabul nel 1986, ultimo di sei
fratelli. Suo padre è un generale dell’esercito di Mohammad Najibullah
Ahmadzai, il quarto e ultimo presidente della Repubblica Democratica
dell’Afghanistan. Ma, con la presa del potere da parte dei mujaheddin, nel 1992, le cose cambiano. Solo
rinnegando il passato e diventando un mujahed, il padre di Farhad avrà
salva la vita.
Da quel momento l’esistenza del giovane Farhad cambia radicalmente. La sua famiglia si trasferisce in una grande casa, presidiata dagli uomini della scorta. È a loro che Farhad chiede in prestito le armi, per i suoi giochi di bambino. Quello che sogna è un futuro da combattente, alla testa di un manipolo di uomini. Sparare, uccidere, avere potere e ricchezza: non c’è nulla che desideri di più.
Ma le cose sono destinate a mutare ancora. Quando i talebani strappano il potere ai mujaheddin, la sua famiglia cade in disgrazia. Mentre suo padre si trova in prigione, Farhad conosce la fame, la miseria, l’indottrinamento forzato all’Islam. Condotto allo stadio, viene costretto ad assistere alle lapidazioni del venerdì, le punizioni per gli infedeli, coloro che trasgrediscono le leggi del fondamentalismo. Sarebbe facile cedere all’imbarbarimento, credere a ciò che gli viene inculcato tramite lo studio del Corano, diventare come coloro che professano la pace, alimentando la guerra.
Ma se fosse possibile un destino diverso? Si può attraversare l’inferno e uscirne redenti?
Da guerriero islamista a dialogatore per la pace, Farhad Bitani, attraverso questo libro possente e drammatico, offre al mondo il vero volto dell’Afghanistan, raccontando in maniera vivida la guerra civile, la violenza gratuita, le perversioni del potere e la religione islamica come strumento politico.
© Farhad Bitani 2020